| Insieme alle missioni in America latina, per costruire una nuova rete di relazioni politiche internazionali, si trattava anche di sviluppare attività in Italia che traghettassero il nostro approccio, verso l’America latina, dalla mera "solidarietà” alla collaborazione, al partenariato, all’interdipendenza. Presento alcune di queste attività ed iniziative. |
Nel periodo in cui ci fu il passaggio da PDS a DS, vennero create le "autonomietematiche”, strutture interne di partito ma aperte ai non iscritti: un tentativo interessante (poi fallito), di coinvolgimento degli elettori non solo come massa di manovra bensì valorizzando le potenzialità e le competenze dei singoli su tematiche specifiche. Alcune di queste autonomie tematiche divennero piccoli feudi per esponenti nazionali dei DS: altre, invece, cercarono di preservare la funzione originaria. Altrimondi era di queste ultime, agevolata anche dal fatto che il suo responsabile, cioè io, non era certo "ingombrante”, non essendo esponente nazionale del partito. Il nostro "specifico” era quello di creare canali di dialogo intelligente tra politica dei DS e mondo della cooperazione con i paesi in via di sviluppo .Adottammo, come slogan, una bella frase di Edgar Morin: "La rinuncia al migliore dei mondi non è la rinuncia ad un mondo migliore”.
In questa avventura collaborò con me Pier Paolo Morgia, un ragazzo, poliglotta e pieno di inventiva, con cui sono tutt’ora amico.
Qui riassumo velocemente solo alcune delle tantissime iniziative, limitandomi a quelle che, in qualche modo, riguardavano l’America latina.
Nel 1998 costituimmo l’autonomia tematica dei DS Altrimondi e aprimmo una grande raccolta di fondi a favore delle popolazioni centroamericane duramente colpite dalle devastazioni dell’uragano Mitch, e ospitammo una delegazione di sindaci delle città nicaraguensi di Estelì e Leòn. L’ultima quota della sottoscrizione nazionale DS venne destinata alla città-martire di Posoltega, sempre in Nicaragua, che era stata semi sepolta dalla furia congiunta dell’uragano e dall’eruzione del vulcano Casitas. L’ultima tranche della sottoscrizione, per la realizzazione di strutture sportive per i giovani, la portò a Posoltega, verso metà gennaio del 2001, un messaggero speciale: l’indimenticabile compagno ed amico Mario Tuvé. Mario aveva già in programma un viaggio di lavoro (cooperazione tecnica), in Nicaragua e gli chiesi la disponibilità a rappresentare i DS nella cerimonia con Sindaco e autorità locali di Posoltega: accettò, contento e un po’ divertito. Mi disse: mi sembra di tornare alla attività politica di tanti anni fa… Purtroppo venne stroncato, appena giunto a Managua, da una meningite fulminante.
A febbraio 1999 tenemmo una Conferenza nazionale di Altrimondi su "Cooperazione con i paesi in via di sviluppo: progettare il futuro”. Intervennero moltissimi esperti e dirigenti nazionali, tra i quali: Nicola Zingaretti, allora responsabile relazioni internazionali DS; Giangiacomo Migone, Presidente della Commissione esteri del Senato; Marco Pezzoni, Capogruppo DS alla Commissione esteri della Camera; José Luis Rhi-Sausi, Vice Direttore del CeSPI; Raffaella Bolini, dell’ARCI; Valerio Calzolaio, Sottosegretario all’Ambiente; Sergio Bassoli, della CGIL; Gildo Baraldi, Direttore OICS; Fulvia Bandoli, deputato DS; Andrea Di Vecchia, Accademia dei Georgofili; Pasqualina Napoletano, eurodeputata DS; Fabio Evangelisti, deputato DS; Valdo Spini, Presidente della Commissione Difesa della Camera; Diarmuid Martin, Segretario della Pontificia Commissione Giustizia e Pace; Luciano Vecchi, eurodeputato DS; Rino Serri, Sottosegretario agli Esteri con delega per la cooperazione allo sviluppo.Negli anni seguenti tenemmo decine e decine di iniziative su cooperazione internazionale, interdipendenza nord-sud e diritti umani, in tantissime città italiane tra cui: Bologna, Firenze, Genova, Torino, Teramo, Prato, Forlì, Siracusa, Messina, Ravenna, Padova, Viareggio, Varese, Livorno (dove, dal 9 al 18 luglio 1999, si tenne la prima festa nazionale del’Unità su "Pace, diritti umani e interdipendenza tra nord e sud del mondo”, grazie alla convinzione di Luciano Francalacci, allora Segretario della locale Federazione DS), Lecco, Pistoia, Modena e, svariate, a Milano e Roma. Fino alla predisposizione, attraverso un molecolare confronto con decine di Ong, associazioni, organismi della società civile, di una "Carta della solidarietà globale, per un nuovo internazionalismo”, che venne lanciata in un grande incontro, il 14 novembre 1999 a Roma, presso la sede nazionale dell’ARCI, e successivamente approvata alla unanimità dal Congresso nazionale DS. Ma non raggiunse l’obiettivo: la politica estera del DS (che allora attraversava un periodo particolarmente mediocre), non prese neppure in considerazione una proposta che, evidentemente, non scaturiva dalla burocrazia e dagli assetti di potere interni. E Altrimondi, come già detto, sfuggiva a queste regole ferree…
Attraverso Altrimondi partecipammo a svariati eventi internazionali e, in particolare, ad alcune edizioni del Foro sociale mondiale di Porto Alegre.
Attraverso Altrimondi aderimmo al Genoa Social Forum, sforzandoci (purtroppo nel totale disinteresse dell’allora gruppo dirigente del partito), di contribuire con l’ARCI, le ACLI, i sindacati, per evitare che il movimento si contaminasse con i gruppi il cui unico obiettivo era la violenza. Dalla dirigenza DS di quel periodo nessuna volontà di dialogo e di interlocuzione nei nostri confronti (tranne quel che poté fare l’allora coordinatore nazionale della Segreteria, Pietro Folena.
Alle manifestazioni contro il G8 di Genova venne invitato l’allora Sindaco di Porto Alegre, Tarso Genro, che accettò a patto che io e Giampiero Rasimelli, allora dell’ARCI, lo accompagnassimo. E così fu: vissi quei tre giorni drammatici (poi finiti tragicamente), insieme al Sindaco di Porto Alegre, che prese la parola nell’ultima manifestazione a Genova. Con noi era anche Stefano Quaranta, allora dirigente DS genovese. Una decina di anni dopo da parte di Tarso Genro (Ministro della Giustizia del governo Lula), verranno prese decisioni sbagliate e offensive verso l’Italia (cosiddetto "caso Battisti”): anche in ragione di questa conoscenza del nostro paese e dei suoi attori politici, risulta ancor più incomprensibile ed inaccettabile l’atteggiamento del Ministro Genro, tra il 2008 e il 2009. Però, per onestà intellettuale, va sottolineata la presenza e l’importante contributo positivo (in termini di moderazione politica e di sollecitazione a guardare la globalizzazione non solo come un pericolo), che Tarso Genro ebbe, in quei giorni, in Italia.